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lunedì 29 maggio 2017

MUSEO DI ANATOMIA UMANA DI CASALINA Classi 1^A/1^B/1^C

Il 22 Maggio le classi prime hanno visitato il Museo di Anatomia Umana di Casalina; l'attività svolta ha motivato i ragazzi ad una maggiore conoscenza antropologica del loro corpo. La ricchezza della collezione di specie del Regno Animale ha entusiasmato gli alunni avvicinandoli ad una più chiara percezione della biodiversità.




domenica 28 maggio 2017

GINNASTICANDO CON IL PONY

Volge al termine il progetto della Prof.ssa Ricciotti "Ginnasticando con il pony" e nell'ultima uscita al maneggio Valmarino finalmente tutti i ragazzi hanno montato il pony... una bellissima esperienza! 



giovedì 25 maggio 2017

UN PO' DI GOSSIP: CHI ERA B. DI BETTO?

Pinturicchio, sua moglie e l'amante...

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Curiosità artistiche: Pinturicchio, nonostante fosse un pittore celebre e ricco, sarebbe morto di fame a causa della moglie e del suo amante, che era anche il marito di sua figlia.
La morte di Bernardino di Betto, detto Pinturicchio, é avvolta in un oscuro e inquietante mistero. Quel gossipparo di Giorgio Vasari, mettendo in primo piano un lato del carattere poco commendevole del pittore – la taccagneria, se non l’avarizia vera e propria – sostiene che l’artista in lite con i frati di San Francesco, a Siena, avrebbe preteso che gli portassero via un vecchio cassettone, che al momento di essere spostato si scoprirà essere un forziere ricolmo di monete d’oro. Un tesoro insomma, al quale il Pinturicchio aveva dato, inconsapevolmente, un calcio… “E lui, illividito, ne morirà”, commenta, perfido, il Vasari.
In realtà il pittore era sempre stato malfermo di salute. Piccolo di statura, probabilmente anche un po’ sordo, malaticcio di costituzione. La sua morte, però, nel dicembre 1513, a soli 59 anni (grosso modo, perché una data certa di nascita non é documentata da alcuna parte), resta un giallo.
Che il Pinturicchio sia morto a Siena, nessun dubbio. Non solo perché ne ha scritto sulle sue “Historie” Sigismondo Tizio, parroco della chiesa di San Vincenzo a Porta Camollia (“Bernardinus Perusinus celeberrimus pictor, ut illius opera ostendunt, in Senensis urbis decessit”, riporta nelle sue cronache). Quel “celeberrimus”, “come le sue opere dimostrano”, é un bel riconoscimento per l’artista perugino che aveva lavorato non solo a Siena e nella sua città di origine, ma anche a Roma, caput mundi, per le più grandi e aristocratiche famiglie dell’epoca (i Borgia, ma anche i Cybo, i Chigi, i Gonzaga, gli Este). Lo confermano – della morte in Siena – pure i testamenti del Pinturicchio , redatti in tempi ravvicinati, nelle ultime settimane di vita, tutti dettati davanti a notai senesi.
Dunque il pittore é morto a Siena, dove venne sepolto, anche se aveva lasciato scritto il desiderio e la volontà di essere tumulato nella chiesa di Sant’Agostino, in Porta Sant’Angelo, il suo rione, a Perugia.
Ma come morì?
Il pittore che era nato da una famiglia di umili origini – il nonno Biagio di Nucciolo proveniva dal contado del libero e potente comune perugino, per l’esattezza dall’attuale Ponte Felcino ed era un contadino inurbato, iscritto, nel 1440, alle Arti cittadine nel rione di Porta Sant’Angelo, come “magister legnaminis”, cioè falegname – grazie alla pittura era diventato se non ricco sfondato, almeno, molto agiato. Contava su proprietà, case e terreni, non solo a Perugia, ma anche nel Chiugi e a Siena. In quel 1513 viveva in un palazzotto con podere, in località Pernina, che era stato tre secoli prima, di proprietà di papa Alessandro III, al secolo Rolando Bandinelli, l’oppositore del Barbarossa che da quel pontefice venne addirittura scomunicato.
Le voci raccontano che le comari del paese sostenevano, neppure tanto riservatamente, di aver sentito più volte, e con le loro orecchie, il pittore lamentarsi non tanto di essere lasciato a stecchetto, ma addirittura di morire di fame. Insomma: in famiglia non gli davano da mangiare. Niente cibo per lui che, con le sostanze accumulate con la sua arte, avrebbe potuto permettersi pasti luculliani.
Per quale motivo la moglie – di nome Grania, figlia di Girolamo da Lancillotto di Monte Aquilone, tra Marsciano e Orvieto e di Giacoma, donna così tanto insopportabile che l’artista chiese, anzi pretese, di non vederla in giro per casa con tanto di lascito in cui regalava alla consorte, sposata senza dote, 250 fiorini, a patto che tenesse lontana, da lui e dal suo palazzo, la suocera – avrebbe voluto volerne la morte?
Il motivo ci sarebbe, eccome, a dar retta alle chiacchiere. Lo stesso parroco – quello che lo definisce “celeberrimus” – riporta le dicerie secondo le quali la vispa Grania sarebbe stata l’amante di un soldato di ventura, Gerolamo di Polo di Simone, detto il Paffa (che poi ne sposerà la figlia, Clelia). Una illecita, morbosa, squallida tresca casalinga, dunque, svoltasi sotto gli occhi ignari del pittore, diventato ormai d’impaccio per i focosi amanti (diabolici si direbbe oggi: lui amoreggiava con la figlia e ne circuiva la madre, puntando magari e soprattutto, alle rendite della famiglia), che per godersi pienamente la vita e le ricchezze messe insieme dall’artista, lo avrebbero fatto morire, letteralmente, di inedia.
Una attrazione fatale con l’aitante soldato, finita presto per Grania (morta nel 1518), che si era legata al dito la rottura con l’amante, tanto da non lasciare alla figlia Clelia, divenuta nel frattempo legittima sposa del cinico Paffa, playboy ante litteram, alcuna eredità.
Eccolo, il mistero, il giallo del Pinturicchio, nipote di un contadino-falegname e figlio di un conciatore di lana di Porta Sant’Angelo, arrivato a frequentare le ville e i palazzi dei vip della sua epoca, a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento (all’arte dei pittori risulta iscritto fin dal 1481), già famoso in vita per le sue opere e finito – come in una tragica e irridente novella del Boccaccio – vittima delle passioni sfrenate e licenziose di una oscura Messalina di paese, sposata senza dote (ah, l’ingratitudine umana) e del navigato drudo di lei, un anonimo soldataccio di ventura, senza arte né parte. Ironia del destino.
Fonte: Umbrialef

martedì 23 maggio 2017

LABORATORIO ARCOBALENO: SONO DI SCENA LE CONCHIGLIE!

Proseguono i lavori dei ragazzi nel Laboratorio di Arte Plastica ARCOBALENO. Questa volta le grandi protagoniste sono le conchiglie. Sotto la guida esperta della professoressa Viviana Menghini i nostri artisti in erba hanno modellato le conchiglie con l'argilla, le hanno fatte asciugare e poi cotte nel forno per la ceramica, infine hanno decorato le loro creazioni  a smalto con colori rigorosamente atossici.
Guardate che meraviglia!





E questi sono i lavori finiti!





Sembra quasi di nuotare in un meraviglioso mare tropicale! Bravi ragazzi!

sabato 20 maggio 2017

Premiazione progetto Gesenu Master@Green: la DiBetto ancora sul podio!

Mercoledì 17 maggio si è svolta alla Sala dei Notari la premiazione del Progetto Gesenu "Master@green: avanzi da leccarsi i baffi!" La DiBetto si conferma ancora una volta scuola vincente, infatti le classi 2^A e 2^C sono state premiate per la miglior ECORICETTA.
Agli alunni eco-chef e alla prof.ssa Gina Pascoletti che li ha coordinati vanno i nostri complimenti!



mercoledì 17 maggio 2017

GINNASTICANDO CON IL PONY

Le classi IA, IB, IC e IIB hanno svolto la lezione di preparazione atletica in attesa della prossima uscita al maneggio Valmarino.

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martedì 16 maggio 2017

BENTORNATO HECTOR

Tutta la DiBetto festeggia il ritorno di Hector dopo una lunga assenza da scuola per motivi familiari. Hector è tornato dalla Costa D'Avorio, ed al suo arrivo a Fiumicino ha trovato oltre alla zia anche la prof.ssa Stefania Morosini che lo ha riportato a Perugia, dove è stato salutato da tutta la classe 3C.
Ora Hector dovrà affrontare gli esami di terza media e poi la scuola superiore, ma una vittoria l'ha già ottenuta: riabbracciare la zia, i compagni di classe, gli insegnanti e gli amici che si sono adoperati per il suo ritorno! Bentornato Hector!

LA GITA SCOLASTICA: UN'ESPERIENZA DA NON DIMENTICARE

Si è conclusa da poco la gita scolastica della 3° C, un'esperienza che loro stessi hanno definito 'entusiasmante' ! Grazie alla forza di volontà della prof.ssa Stefania Morosini, coordinatrice della classe, i ragazzi hanno partecipato ad un campus sportivo 'Beach&Volley School' sulla spiaggia di Bibione, in cui sport, natura e divertimento sono stati gli indiscussi protagonisti. Che dire... stanchi ma carichi per affrontare gli ultimi impegni di questo ciclo scolastico che volge al termine...





sabato 13 maggio 2017

Fiocco Rosa alla DiBetto: è arrivata Viola!

Auguri, Auguri, Auguri alla nostra collega Sara Spaccini per la nascita di Viola.
Benvenuta piccolina, che la vita per te sia sempre profumata come il fiore di cui porti il nome!